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mercoledì 12 dicembre 2007

IL PARTITO DELLA NOSTRA CITTA’.UN MOVIMENTO PER LA NOSTRA GENTE.FORZA VARESE

IL PARTITO DELLA NOSTRA CITTA’.UN MOVIMENTO PER LA NOSTRA GENTE.
FORZA VARESE
DIAMO VOCE E SPAZIO AL POPOLO DELLA LIBERTA’

INTERVENTO DI ALDO COLOMBO AL CONGRESSO CITTADINO
25 novembre 2007

Cari amici,
è con stato d’animo molto particolare che prendo quest’oggi la parola essendo consapevole che la mia candidatura a coordinatore cittadino di Forza Italia avviene in un momento storico molto particolare per la nuova sfida che ha lanciato Silvio Berlusconi verso un nuovo grande partito popolare e, contemporaneamente, perché giungiamo al congresso dopo qualche anno e dopo che molti tra noi ed in tutto il Paese hanno richiesto la celebrazione dei congressi comunali e provinciali per riaccendere il dibattito e la discussione all’interno del nostro partito su obiettivi e strategie di azione.
Non voglio sottrarmi, nella presentazione della mozione congressuale, dal trattare entrambi gli aspetti e a proporne una lettura calata sulla realtà varesina, tenendo anche presente tutto ciò che molti di voi hanno già detto questa mattina.
La prima affermazione che vorrei fare è che la politica è necessaria, non è un di più che qualcuno si è sognato di inventare.
Il problema della convivenza umana è un dato di fatto.
La presenza di diversità nel tessuto sociale e, contestualmente, la ragionevolezza di operare scelte nell’interesse comune rendono necessario che qualcuno accolga la sfida della sintesi e della mediazione che orientino al bene comune e alla pacifica convivenza.
Se dunque la politica è necessaria è altresì necessario che chi fa politica abbia una concezione culturale di ciò che lo circonda ( la realtà, il popolo, la vita stessa) e tragga da questa concezione i riferimenti che guidano la sua azione affinché la politica non diventi semplicemente la ricerca del potere.
Forza Italia ha ben chiaro quali siano i propri riferimenti. Sono scritti nel primo articolo del nostro statuto: i nostri ideali sono quelli propri delle tradizioni democratiche liberali, cattolico liberali, laiche e riformiste europee e si ispirano ai valori di libertà, giustizia, solidarietà a difesa del primato della persona e per una corretta applicazione del principio di sussidiarietà.
Sono i valori che i nostri leader nazionali e regionali ci richiamano continuativamente e sintomaticamente il nome stesso del futuro partito avrà un riferimento specifico alla sintesi di tutti i nostri valori: la libertà.
Parlare di libertà, valore della persona, sussidiarietà implica guardare anche alla società leggendo questi valori incarnati nella nostra gente.
Vuol dire per noi pensare a Varese non come una città, quasi fosse una entità astratta. Per cui il valore è la città, la città giardino, la città commerciale, la città universitaria, la città educativa, e così via. Questi sono solo attributi qualificativi.
Per noi pensare a Varese è pensare alle nostre famiglie e a tutte le famiglie che vi vivono; ai nostri colleghi ed a tutti gli imprenditori e commercianti che vi lavorano e ci danno lavoro; alle associazioni di categoria, alle organizzazioni di privato sociale, ai corpi intermedi, ai circoli culturali, alle società sportive ed alla miriade di facce e di relazioni che sono il vero sangue caldo della nostra realtà territoriale.
Nell’occuparci di politica dovremmo sempre avere davanti agli occhi, presente sullo sfondo dei nostri pensieri e al centro del nostro cuore, che noi siamo chiamati a lavorare per queste persone, per queste realtà.
In questa ottica leggo la nuova forte iniziativa politica di Silvio Berlusconi.
Ce lo dice nella sua lettera inviata a tutti noi nei giorni scorsi: un partito che nasce dal popolo e per il popolo.
E cos’è il popolo se non ciò che ho descritto: il singolo e ciò lo lega a tutti.
Il popolo è la persona che mi sta a fianco, che abita nella casa di fronte alla mia, che lavora nell’ufficio del piano di sopra ed anche quella che incontro per strada o in piazza.
Proprio come le persone che abbiamo incontrato in piazza sabato e domenica scorsi, per rispondere alle esigenze delle quali sta nascendo il Partito della Libertà.
Sì, perché le firme di sabato e domenica scorsi sono state la goccia di pioggia – forse è meglio dire la lacrima di dolore - che ha fatto tracimare dagli argini il fiume che scorreva già tumultuoso di una insoddisfazione del popolo nei confronti della politica politicante.
E’ proprio vero che anche molti di noi si sono trovati spiazzati dalla iniziativa di Silvio Berlusconi.
Spiazzati perché ci costringe a metterci in discussione, a mettere in discussione il nostro agire fino ad oggi, il nostro modo di intendere il partito.
Ci ributta davanti agli occhi il nostro popolo, i nostri cittadini, affinché non abbiamo più ad essere autoreferenziali.
Da questo punto di vista il fatto di rimanere spiazzati è anche positivo, vuol dire che quantomeno ci poniamo delle domande, che siamo vivi, che possiamo rimetterci in discussione.
L’invettiva contro i parrucconi non è uno spot ad effetto e non possiamo dimenticarcela considerandola una trovata per attirare di nuovo l’attenzione su Forza Italia.
Più di 5.000 varesini hanno sottoscritto l’appello al voto chiedendo alla classe politica di non arrovellarsi su se stessa (come sta facendo il governo Prodi) ed insieme chiedono ai partiti di centrodestra – li abbiamo sentiti con le nostre orecchie - di non accapigliarsi tra loro per posizioni di potere o pretestuose e strumentali richieste.
Chiedono anche a Forza Italia di non diventare un crogiuolo di aspirazioni personali o un listato di posizioni ed incarichi.

A livello cittadino non possiamo che rinnovarci a partire da qui. Se non vogliamo che questa fase sia un semplice cambio di nome del nostro partito dobbiamo fare tutti un passo avanti.
Questo passo avanti è insieme anche un passo a lato per fare spazio ad altri.
La nostra strategia deve essere quella di riallacciare ed incrementare una rete di rapporti per includere più persone possibili nel lavoro politico comune.
La politica non è cosa per gente isolata: è per avere rapporti, per implicarsi reciprocamente.
Dobbiamo avere la disponibilità ed, in questo periodo, l’umiltà (l’indirizzo della nostra sede romana è segno del destino) di ricercare il dialogo con tutte le realtà politiche e sociali esterne al partito, che però condividono con noi gli stessi ideali di libertà.
Questo a partire dai Circoli delle Libertà e da tutte le realtà socio – politiche ma anche proponendo un percorso comune agli altri partiti del centro destra.
La nostra dovrà essere una proposta di lavoro con tutti per coinvolgere il maggior numero di persone.
Ci dovremo dar da fare per incontrare anche associazioni, organizzazioni e, perché no, sindacati per proporre una realtà politica che raccolga il comune sentire del Popolo delle Libertà che, solo in parte, trova ora il suo riferimento nello schieramento di centro destra.
Ha senso parlare oggi di una struttura organizzativa del nostro partito solo se principalmente orientata a questo faticoso ma esaltante lavoro.
Non sarà cosa facile e non è detto che l’esito sia a breve termine. Ma chi tra voi, come ho fatto io seppur solo per qualche ora, nello scorso fine settimana era in piazza a raccogliere firme si è accorto che molte delle persone che hanno firmato, pur non votando Forza Italia, si riconoscevano nella gran parte dei valori che ci animano.
Nella nostra città d'altronde le differenze tra partiti di centro destra non sono enormi.
Le distinzioni riguardano quasi più la storia personale, alcune sottolineature di aspetti programmatici.
Ma la tipologia umana, i riferimenti culturali di base sono gli stessi o quantomeno sono più vicini di quello che possa sembrare. Soprattutto però sono coloro che ci votano, il nostro popolo, che è più omogeneo di quello che noi stessi diamo a vedere.
Gli stessi commenti dei nostri concittadini di fronte alle crisi o crisette di Giunta e Consiglio di questi ultimi mesi attestano perplessità e come non sia concepibile non lavorare insieme come un solo cuore e un solo braccio.

Se questo è il passo che vogliamo fare anche la struttura del partito che vogliamo darci, come ho già accennato, non può che avere gli stessi requisiti: rinnovamento, apertura al confronto, disponibilità all’approfondimento politico, metodicità del lavoro.
Anche il nostro Presidente ci ha richiamato a un rinnovamento.
E ce lo ha richiamato indicandoci come segnale quello della valorizzazione dei giovani e delle donne.
Credo anch’io in queste indicazioni ed anche per questo sono felice di avere, come ho richiesto, tra le persone che con me sono indicate nella lista per il Comitato Comunale giovani e donne.
Voglio comunque dire che non è la sola età anagrafica l’indicatore di passione e operosità.
La giovinezza è innanzitutto una disposizione dello spirito e della ragione. Uno spirito disposto all’entusiasmo e una ragione aperta agli stimoli.
Insomma, in politica, la giovinezza è una curiosità operativa nell’ascoltare gli altri e a lavorare con intensità.
Da questo punto di vista le copiose forze giovani del nostro partito hanno sempre dimostrato di essere una base certa sia per il presente che per il futuro.
Ma sono sempre stato impressionato dall’ardore del gruppo seniores che è esempio preclaro di quanto si può esser giovani a più di 65 anni come, d'altronde, vi è anche il rischio di essere parrucconi a 25 anni.
Dobbiamo perciò ridecidere tutti insieme di rilanciare un modo di far politica che sia concepito come azione e non come chiacchiericcio.
Questo è anche l’unico modo per sconfiggere alla radice coloro che si iscrivono al partito dell’antipolitica, del disfattismo un po’ fine a se stesso e della etichettatura di tutti noi come casta.
Opinioni, purtroppo, sempre più diffuse, che hanno ragion d’essere se, come dice Silvio Berlusconi nella sua lettera, per noi gli elettori non conteranno più delle aspirazioni e degli interessi di chi li rappresenta.
Quale sarà allora il nostro posizionamento politico a Varese?
Sicuramente il futuro prossimo può e deve vedere la convergenza verso un’unica rappresentanza per il Popolo delle Libertà ma questo non può essere un dogma laico, un diktat imposto agli altri. Questo soprattutto perché la trasformazione in corso è anche strettamente legata a quello che potrà essere il futuro meccanismo elettorale. L’attuale legge elettorale per la scelta di deputati e senatori ha dimostrato di non funzionare perché inquadra lo scacchiere politico nazionale su un bipolarismo bloccato e contrapposto. Dove, come dimostra l’attuale governo, le posizioni più estreme condizionano le politiche e rallentano le scelte a tutto danno dei cittadini.
Soprattutto dove la sottrazione della libertà di scegliere, tramite l’espressione della preferenza, il proprio rappresentante, è motivo di ulteriore calo di interesse per la politica.
Stante lo scenario nazionale in evoluzione, a livello cittadino confermiamo l’alleanza politica con Lega Nord, UDC e Alleanza Nazionale, cui confermiamo la nostra stima e la nostra volontà di perseguire gli obiettivi politici che ci siamo dati con il programma di governo della città.
Un’alleanza i cui motivi, come ho già detto, non sono, a Varese, solo di opportunità ma una effettiva convergenza di visione politica.
Certo, ciascuno ha la propria sensibilità, la propria storia, la propria presenza consolidata sul territorio.
Ritengo che queste distinzioni debbano essere una ricchezza della coalizione piuttosto che causa di divergenze.
Una ricchezza che ci induce a riconoscere l’utilità e l’opportunità di sostenere anche proposte e battaglie che appartengono al DNA di ciascuno ma che lavorando insieme stanno sempre più diventando patrimonio comune.
Voglio in questo momento esplicitare ad Attilio Fontana la mia stima personale e dell’intero partito perché ci ha dimostrato, in questo anno e mezzo, di saper mettere al servizio della città le sue doti di determinazione e lungimiranza affinate in anni di impegno politico ai vari livelli istituzionali.
Nei confronti degli alleati vogliamo però anche porci con la forza delle nostre ragioni che, il fatto di essere partito di maggioranza relativa e quindi rappresentativo di migliaia di cittadini, ci impone di sostenere energicamente e volitivamente.
Questo passaggio ci permette di fare qualche riflessione sui numeri di Forza Italia a Varese.
Dopo il successo delle elezioni politiche del 2001 quando in città si raggiunsero i 13.800 voti circa abbiamo avuto un calo di consensi , in termini assoluti, nelle successive tornate elettorali che ci hanno portato ad oscillare tra i 9.500 voti delle Regionali del 2005 ai 14.600 delle Politiche del 2006 ma che hanno poi visto un minimo storico nelle ultime Provinciali di quest’anno dove, anche per la eccezionalità della tornata elettorale, abbiamo avuto 7.600 voti.
Le percentuali di voto per il nostro partito si sono mantenute pressoché costanti dal 2001 in poi variando tra il 24,57% delle Regionali 2005 al 27,58% dell’ultima tornata 2007.
Il risultato è evidentemente frutto della variabilità della percentuale dei votanti complessivi che non incide sulla scelta tra i vari partiti. Il vero dato preoccupante è sempre più l’astensionismo che raggiunge nel 2007 il 50% indice di una distanza tra il sentire della gente e la gestione della cosa pubblica.
Alcune valutazioni ci devono dare indicazioni per il futuro.
A Varese vi sono 17.888 persone che ci diedero la loro fiducia nel 2001; fiducia che se avessero confermato alle elezioni amministrative ci avrebbero dato la quasi maggioranza assoluta dei consensi. Perché ciò non è accaduto?
La lettura che ne do è che Forza Italia anche a Varese è soprattutto un partito di opinione. La gente vota Forza Italia per i valori che rappresenta e che Silvio Berlusconi comunica ed incarna.
Questo vuol dire che dobbiamo farci carico di perseguire e rappresentare maggiormente quei valori per ottenere maggior riscontro elettorale anche nelle tornate amministrative.
Se guardiamo poi i risultati delle ultime elezioni comunali si vede che a fronte di 9.716 voti espressi per il nostro partito ben 4.934, più della metà, ha avuto una espressione della preferenza per uno dei 40 candidati in lista . Una media di 123 voti a testa.
Questo dato ci dice che il nostro partito è comunque già radicato nella realtà cittadina.
Se, infatti, più di una persona su due vota per conoscenza diretta o per rapporto mediato un nostro candidato, vuol dire che siamo un partito di persone conosciute e stimate ed in cui si può riporre la propria fiducia.
Quale è allora la sfida che ci attende e che il progetto di nuovo partito ci induce a compiere a Varese?
Innanzitutto quello di recuperare quei voti che, quando ci sono le grandi sfide politiche sono già per Forza Italia e che quando le sfide si fanno locali non percepiscono la necessità del voto dato a Forza Italia.
Ecco perciò l’esigenza di aprire le porte del nostro partito a persone, personalità, realtà associative, aggregazioni che già si riconoscono nei nostri valori ma che hanno bisogno di vedere persone che li incarnino nei fatti e negli obiettivi che raggiungono.
La gente infatti va a votare e ci vota sia se percepisce che è in gioco la propria libertà sia se intuisce che la politica, ed in particolare la nostra forza politica, risponde nel concreto alle sue esigenze.
Per dimostrare questo l’unico sistema che conosco è l’applicazione e la determinazione.
Per questo Forza Italia deve scegliere persone capaci in ogni ambito: quello strettamente politico, quello amministrativo delle Giunte e dei Consigli e quello delle società di proprietà pubblica.
Ciascuna di queste persone deve tener presente che qualche uomo o donna, giovane o anziano, gli ha dato personalmente la sua fiducia e quindi quel cittadino si attende risposte che vadano a incidere sulla sua vita, che siano personalmente declinate sulle sue esigenze.

Poiché la forza del nostro partito sta nella sua natura popolare tra di noi non esistono differenziazioni aprioristiche basate su classi sociali, istruzione o quant’altro.
Ci votano operai e professionisti, imprenditori e impiegati, casalinghe e pensionati. Le stesse categorie di persone sono anche impegnate nel partito e quindi rappresentano nella sostanza anche uno spaccato del nostro elettorato. Tutti possono assumere ruoli di responsabilità, a tutti può essere richiesto di sviluppare e dimostrare le proprie capacità politiche e amministrative.
Il Partito però e, prima ancora gli elettori, li e ci giudicheranno sulla base dei risultati prodotti e degli obiettivi raggiunti.
Per questo a ciascuno di noi è richiesta un’azione politica fatta di impegno e passione ma non per mestiere.
L’impegno politico in città non ha, in generale e salvo casi particolari, le dimensioni tali da poter garantire la sussistenza economica di chiunque se ne occupi. Questo è di per se stesso il motivo per cui chi si occupa di politica è motivato da altre ragioni ed il dedicare parte consistente del proprio tempo nell’arco della giornata per occuparsi della “cosa pubblica” deriva da una passione per la convivenza civile, per la giustizia, per il progresso economico – sociale, per il miglioramento delle condizioni di vita che costituiscono la personalità e l’umanità di ciascuno.
Tale passione è spesso derivata da una educazione o dal fatto di vivere ambiti precisi o lavorare in contesti particolari od occuparsi di attività nell’ambito delle quali ci si è resi conto di poter fare qualcosa per il loro miglioramento.
E’ perciò necessario che chiunque si occupi di politica non abbia come unico metro di giudizio la politica stessa ma continui ad essere radicato nella realtà vera per cogliere da essa sempre nuove motivazioni e sempre nuovi spunti per un progressivo miglioramento delle condizioni di convivenza.
Per questo a livello cittadino non vi è bisogno di politici di professione ma di professionisti del lavoro, della società, dell’umanità che abbiano la coscienza della propria responsabilità nei confronti di tutti.
Ciò che viene richiesto a chi fa politica è un impegno sistematico, competente, continuativo, metodico.
Ma quali sono i progetti e gli obiettivi che vogliamo realizzare?
Se volessi essere sintetico direi che sono quelli contenuti nel programma elettorale sulla base del quale sono stai eletti i nostri rappresentanti in comune.
Voglio però sommariamente citare gli aspetti più significativi.
Primo. Un fisco più equo. Un solo esempio: l’applicazione del quoziente familiare alle tariffe comunali.
Questo tema è parente stretto del grande tema di politica nazionale e regionale che attiene la riduzione della pressione fiscale.
Il fisco è la prima modalità, quella più immediata, con cui si crea il rapporto tra l’amministrazione pubblica ed il cittadino. Se questo rapporto è regolato in modo iniquo, meglio, ingiusto ed esoso, viene automaticamente lesa la fiducia reciproca tra amministrazione pubblica e singola persona.
E’ da qui che nasce la prima incrinatura che allontana la gente dalla politica, dalla cosa pubblica in genere.
Vi sono perciò motivazioni antropologiche e culturali che sostengono la posizione di Forza Italia di voler rendere più equamente ripartita e meno gravosa la pressione fiscale anche a livello comunale.
Secondo. La realizzazione di nuove infrastrutture per la viabilità e i parcheggi. In primis la tangenziale nord est dalla Folla di Malnate a Induno Olona.
Terzo. Uno sviluppo urbanistico di qualità connotato da soluzioni che rendano sempre più bella la nostra città e diano risposta alla esigenza di espansione anche delle singole abitazioni.
Quarto. Un rilancio della nostra città dal punto di vista turistico e attrattivo anche grazie al pieno sfruttamento dell’occasione offerta dallo svolgimento dei Mondiali di Ciclismo 2008
Quinto. Una politica sulle aziende comunali improntata alla efficienza ed efficacia dei servizi in un ottica dove le scelte di aggregazione devono essere perseguite per non destinare le società stesse ad un progressivo depauperamento.
Ed è solo ora che voglio parlare del rapporto con le ulteriori forze politiche.
Ciò che a livello nazionale il Presidente Berlusconi sta ricercando è sicuramente un confronto col Partito Democratico. Un confronto che ha principalmente come scopo quello di giungere ad una legge elettorale che permetta al Paese di avere, dopo le elezioni, una governabilità adeguata.
Questo ci indica anche quale può essere l’orizzonte di un dialogo col centrosinistra locale. Il dialogo infatti, o le grandi intese che dir si voglia, non sono il fine ma il mezzo per ottenere un obiettivo specifico.
In questo frangente anche nella nostra città vi è la possibilità di intese. Ma queste non sono l’obiettivo. Non ci interessa dare messaggi politici particolari che la gente con capirebbe ma potrebbero riscaldare solo la curiosità di qualche addetto ai lavori.
Anche qui, ciò che ci deve guidare è l‘interesse per la nostra comunità cittadina.
Siamo e rimaniamo aperti, anzi potremo anche proporre, sempre insieme a tutti gli alleati, confronto e condivisione col centro sinistra su temi che, per la loro rilevanza, hanno un impatto molto forte sulla popolazione e sulla città.
Ciò è di fatto già accaduto e già sta accadendo su aspetti quali la Tangenziale, il destino dell’Ospedale di Circolo, il percorso di formazione del PGT e l’assetto delle società comunali.
Questo tipo di confronto è sano e responsabile ed è ciò che vogliamo continuare a perseguire.
Ma sempre a proposito di obiettivi credo che il raggiungimento degli stessi e comunque il lavoro politico che svolgeremo uniti per raggiungerli possa essere ciò che istituzionalmente potrà dare a Varese sempre più il ruolo di capoluogo morale della nostra Provincia e politicamente, a Forza Italia di Varese, la capacità di incidere a livello provinciale e regionale.
Prima di ricordare velocemente la prima organizzazione del partito voglio ringraziare il coordinatore uscente Giampaolo Ermolli. In questi anni in cui mio sono avvicinato e impegnato nella politica varesina è stato, ed è ancora, soprattutto un amico da cui ho imparato molte cose e che mi ha stupito per la sua abnegazione a favore del partito che in questi anni ha consolidato la sua presenza in città ed ha fatto maturare tanti bravi amministratori e ferventi sostenitori. Il suo carattere deciso e la sua intelligenza sono ora maggiormente orientate al ruolo di Vice Sindaco ma avrò sicuramente bisogno del suo prezioso contributo.
Per quanto riguarda la proposta organizzativa del partito da un lato dovremo pensarla insieme agli amici del Comitato Comunale e dall’altra dovremo porre attenzione a ciò che in questi giorni ed anche adesso in contemporanea a Milano con la coordinatrice regionale Maristella Gelmini si sta facendo.
Prima di chiamare qui a fianco a me gli amici della lista per il Comitato voglio solo dire due cose di carattere organizzativo.
La prima è che nel partito vi sarà sempre spazio per coloro che vorranno lavorare. Per costoro e per chiunque voglia sarò pronto ad ascoltare proposte e idee, perché le nostre idee sono la nostra forza e non il numero delle nostre tessere. Con grandi idee andremo lontano con tante tessere ci fermeremo al primo intoppo.
Anche per questo vorrei, prima di Natale, incontrare le realtà di Azzurro Donna, dei Giovani, dei Seniores e dei consiglieri di Circoscrizione e chiedo fin d’ora ai loro responsabili di organizzare un’incontro.
La seconda è che in un periodo di trasformazione come quello che stiamo vivendo l’attribuzione immediata di specifici incarichi all’interno del partito possa essere solo controproducente. Durante i cambiamenti vige la legge del campo, ossia le deleghe si guadagnano o meglio vengono assunte coi fatti più che con la carta, col lavoro più che con il formalismo. Per questo al momento vorrei accanto a me i soli candidati della lista: Isabella Beghini, Stefania Cipolat, Carlo Del Grande, Eugenio Rossotti, Mario Carabelli, Riccardo Guerin ma voglio già confermare quale Tesoriere del Partito Ciro Grassia e confermarvi che ho chiesto la disponibilità di Stefania Cipolat, Ciro Calemme, Fabio D’Aula e Piero Galparoli di affiancarmi, quali vice segretari, nella struttura organizzativa del Partito.
Il nostro lavoro inizia subito: domani sera alle 21.30 vi sarà la prima riunione di tutti i componenti del comitato Comunale.
Da ultimissimo vi dico che sono orgoglioso di far parte di questo partito; i miei timori di essere inadeguato a questo ruolo si sono in parte attenuati grazie agli auguri e alle parole di stima che mi avete rivolto in questi giorni ed anche stamattina; conosco molti di voi chi da più e chi da meno tempo, il mio desiderio è sicuramente quello di fare la conoscenza di ciascuno soprattutto per creare una trama di rapporti quanto più diretta e cordiale; la mia disponibilità sarà ampia per tutti ma, come ho detto prima, è meglio che ciascuno svolga al meglio anche il proprio lavoro e ne ho anch’io uno che mi vede essere a Milano tutta la giornata; dedicherò al partito soprattutto le serate e quindi, se durante la giornata non vi risponderò immediatamente al telefono sappiate che non lo faccio per snobbarvi ma per impegni lavorativi; mentre sicuramente il mio impegno a favore dei diritti delle famiglie mi induce a scegliere di dedicare un po’ di tempo anche alla mia e quindi almeno due sere alla settimana li dedicherò a mia moglie e ai miei figli; quelle sere il telefono sarà muto del tutto.
Vi saluto e vi ringrazio.
Forza Italia.
Viva il Popolo della Libertà.

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